La questione delle presidenze delle commissioni
consiliari prima, e delle vicepresidenze dopo, ha animato la politica augustana
in queste ultime settimane prive di particolari altri sussulti. Visto che oggi
è prevista la rimodulazione delle commissioni, mi sembra il caso di fare il
punto della situazione.
La questione delle presidenze è squisitamente
politica. La maggioranza pentastellata ne ha proposto due all’opposizione “suggerendo”
anche i nomi (Aviello e Canigiula), ma l’opposizione ha respinto in toto
parlando di approccio errato poiché, oltre alla richiesta di azzerare e rifare
le commissioni, si deve dare all’opposizione la possibilità di scegliere al
proprio interno i presidenti. Giusto o sbagliato? Dare un ruolo all’opposizione
è nella normalità in una democrazia poiché il riconoscimento dell’avversario
politico è uno dei fondamenti della stessa. Da questo punti di vista, l’idea di
dare delle presidenze all’opposizione è sicuramente da apprezzare, ma non
avendo alcun titolo per poter ingerire nelle faccende interne degli altri
gruppi consiliari e dell’opposizione in generale, credo sia stato giusto
respingere la proposta.
Sulle vicepresidenze la questione è più regolamentare
che politica. La fattispecie e è regolamentata solamente dal Regolamento delle
Commissioni consiliari, in particolare all’articolo 3. Vediamo cosa viene
prescritto ai commi 2, 5, 6, e 7:
-
“Dopo l’elezione
del Presidente, la Commissione sceglie tra i suoi componenti il Vice Presidente”;
-
“La carica
di Presidente e quella di Vice Presidente della Commissione dura due anni. È consentita
la rielezione”;
-
“Presidente
e Vice Presidente non possono fare parte dello stesso gruppo consiliare”;
-
“Alla
scadenza, o, nel caso di dimissione, si procede ad una nuova elezione secondo
quanto disposto dai commi precedenti”.
Il comma 6 è il più importante. Il Vice Presidente
deve appartenere ad un gruppo consiliare diverso dal Presidente. Visto che la
maggioranza è formata da un unico gruppo, è chiaro che la vicepresidenza dovrà
andare all’opposizione. Ma l’opposizione non è formata da un solo gruppo, ma da
tre, ragion per cui non è necessario fare drammi dicendo che l’opposizione non
ha a cuore l’interesse della città. L’opposizione non è un blocco unico e le dimissioni
prevedono un iter ben preciso. Qualora anche dopo un rasserenamento degli animi
ed un dialogo costruttivo l’opposizione non troverà dei nomi allora e solo in
quel momento passerà dalla parte del torto.
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