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Elezioni politiche: analisi del voto locale

Chi ha vinto ad Augusta? La risposta è semplicissima. Il Movimento 5 Stelle ha superato il 50% sia alla Camera che al Senato surclassando tutti gli altri e i pentastellati locali sono riusciti a far eleggere Pino Pisani (ex Vice Sindaco e recordman di preferenze alle comunali) al Senato.
Gli altri che possono ritenersi soddisfatti sono sicuramente Forza Italia che ottiene il 19,32% e la Lega che ha superato la soglia simbolica di 1000 voti (per la precisione 1066 al Senato e 1124 alla Camera).
Chi ha perso? Sicuramente il Partito Democratico che non si avvicini minimamente ai competitors  racimolando per i propri candidati al maggioritario circa il 13%, e Liberi e Uguali che di fatto non hanno neanche partecipato alla campagna elettorale in netto dissidio con il metodo utilizzato per le candidature non arrivando al 3%, mentre alle regionali con ben altro spirito sono riusciti ad ottenere un risultato lusinghiero.
Cosa ne ricaviamo? Elezioni comunali e nazionali sono cose differenti, ma è anche vero che il consenso per i 5 stelle non cala affatto. Ricordo che sia per le regionali del 2012 e le successive nazionali il movimento grillino è stato il più votato tirandosi la volata per le comunali vinte a mani basse. Adesso la storia sembra ripetersi visto l'onda d'urto espressa alle regionali dell'ottobre scorso e adesso rinforzandosi con un senatore. Gli altri gruppi politici, per reggere il confronto, devono evitare le divisioni del 2015 che hanno permesso Cettina Di Pietro di arrivare facilmente al ballotaggio e hanno due possibilità:
1) portare due candidati, uno riconducibile alla destra e l'altro alla sinistra;
2) avere un unico candidato con più liste collegate, anche se l'ipotesi di costruire solo una lista può essere estremamente interessante.
Per fare questo è necessario abbandonare gli egoismi, le divisioni, puntando al coinvolgimento democratico delle associazioni e dei singoli cittadini. E vinca il migliore, che si di destra, di sinistra, o pentastellato, ma almeno la competizione più rispondente a quello che è il tessuto politico locale.

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