È il tema di questi giorni: Mattarella
era legittimato a porre il veto su Savona Ministro dell’Economia? Potrei
rispondere dando la mia opinione avendo studiato diritto pubblico, scienza
politica, politica comparata, diritto comparato, diritto dell’UE, diritto
internazionale, facendomi così una cultura sulla nostra costituzione nonché su
quella di altri paesi dell’UE ed extra UE, e di trattati di enti sovranazionale
come la stessa UE o l’ONU, ma potrebbe sembrare un’opinione di parte. Sono così
andato alla ricerca della volontà dei
costituenti: cosa hanno voluto effettivamente quando hanno scritto
l’articolo 92?
Partiamo proprio da questo articolo
riportandolo integralmente:
“Il
Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri,
che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il
Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e,
su proposta di questo, i Ministri.”
Nel testo che ho preso in esame,
ricavabile dal sito della Camera dei deputati, ci sono critiche e difese di
questo articolo. L’on. La Rocca sostenne “Il
Governo dello Stato sarebbe un organo collegiale, che dovrebbe agire sempre
collegialmente, poiché i ministri come tali, non figurerebbero più come organi
costituzionali; essi esisterebbero soltanto in quanto facessero parte del
Consiglio dei ministri e deliberassero in Consiglio dei Ministri…Inoltre si
ritornerebbe a posizioni arcaiche, superate, caratteristiche dei primi
ordinamenti costituzionali, quando tutti i ministri erano nella stessa
posizione di fronte al capo dello Stato che li nominava ponendoli tutti sullo
stesso piano”.
Poi sostenne anche che il suo “gruppo pur votando l’emendamento La Rocca,
tuttavia non intendeva con ciò escludere la figura del presidente del Consiglio,
ma solamente la possibilità di una
doppia nomina di questo e dei ministri, ritenendo sufficiente un solo atto di
nomina per tutto il Governo dato che noi concepiamo la figura del presidente
del consiglio come un primus inter pares”.
La replica dell’on. Nitti fu: “La nomina dei ministri che non abbiano
alcuna differenza tra loro non è un concetto democratico ma semplicemente un
equivoco. Si capisce che in un governo di Gabinetto
tutti i ministri avendo la loro azione particolare, hanno anche la loro
personale responsabilità e con i loro errori e le loro diversità d’indirizzo
possono provocare la crisi di Governo. Ma la direzione finale della
politica spetta sempre al primo ministro…è un’idea demagogica che tutti i
ministri debbano essere uguali. In pratica questa eguaglianza forzata è
impossibile e non risponde ad alcuna necessità”. Poi fu il Presidente della
commissione on. Ruini a chiarire ulteriormente: “In caso di crisi, il capo dello Stato, dopo aver incaricato un uomo
politico di formare il nuovo Gabinetto, lo nomina, ove quello riesca,
Presidente del Consiglio con un decreto distinto; poi, su proposta del
presidente stesso, nomina i ministri che comporranno, sotto la presidenza del
già nominato presidente, il Consiglio dei ministri. Sono due atti distinti di nomina, e che lo siano è perfettamente
logico e costituzionalmente corretto…”
L’autore continua asserendo “Presidente del Consiglio e ministri sono
quindi organi di personalità autonoma, e il primo ha preminenza anche formale
sugli altri in quanto ne propone la nomina, ma insieme essi formano un terzo
organo, collegiale, con funzione coordinatrice e riassuntiva della attività
amministrativa del Ministero. Tutti e tre i tipi di organo danno vita al
Governo della Repubblica”. Secondo lo stesso autore, la Costituzione
armonizza poteri e natura delle cariche attraverso il valore giuridicamente
rilevante del giuramento. Infatti “Il
Presidente della Repubblica giura dinanzi ai rappresentanti del popolo sovrano
che lo hanno eletto; il presidente del
Consiglio e i ministri giurano dinanzi e nelle mani del Presidente della
Repubblica che li ha nominati”.
Da questa lettura sembra che la nomina
dei Ministri, sia pur su proposta del Presidente del Consiglio, sia un atto
proprio del Presidente della Repubblica che non è un semplice notaio che mette
su carta decisioni prese da altri, ma ha la facoltà di dire no alla nomina di
un Ministro, anche se in casi gravi. Le nomine sono atti distinti perché i
Ministri hanno grandi responsabilità e a giudizio del Presidente Mattarella la
volontà di uscire dall’Euro avrebbe messo a rischio l’economia italiana e i
rapporti internazionali, soprattutto con i partner europei e pertanto ha posto
il veto su Savona.
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