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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Referendum costituzionale: io voto NO

Chi ha letto i post precedenti già conosce il mio orientamento. Il mio è un NO convinto e adesso provo a dare una spiegazione completa, con qualche commento che prima non ho inserito perché erano solo dei post parziali, mentre adesso esprimo un giudizio nella sua totalità. È mia opinione che con questa riforma si riduce la democraticità delle istituzioni da diversi punti di vista. In primo luogo avremo un Senato non eletto a suffragio universale, ma sarà composto da consiglieri regionali e Sindaci. Che poi questi non sapranno se stare al Comune o a Roma e verranno criticati per le loro assenze. Secondo logica, inoltre, un Senato composto da esponenti di enti locali si dovrebbe occupare solo di enti locali, ma invece potranno incidere sulle riforme costituzionali e politiche dell’UE, alla pari dei deputati eletti, che poco hanno a che fare con la carica regionale. Un altro passo indietro sulla democraticità delle istituzioni è stato fatto con la riforma delle competenze tra S...

Referendum costituzionale: elezione organi di garanzia

Cambiando poteri e composizione del Senato, è naturale modificare anche il metodo di elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici della Corte Costituzionale. Presidente della Repubblica . Attualmente, viene eletto dal Parlamento in seduta comune integrato da 59 delegati regionali. Per essere eletto bisogna ottenere 2/3 dei consensi per i tre turni, mentre successivamente occorre la maggioranza assoluta. Con la riforma, vengono eliminati i delegati regionali visto che di fatto il Senato è composto da delegati regionali, mentre per l'elezione occorrono 2/3 per i primi tre turni, 3/5 fino al sesto e 3/5 dei votanti dal settimo. Corte Costituzionale. Attualmente il Parlamento in seduta comune elegge 5 giudici, mentre con la riforma 3 sarebbero eletti dalla Camera dei Deputati e 2 dal Senato.

Referendum costituzionale: strumenti di democrazia diretta

La riforma costituzionale porta delle modifiche anche agli strumenti di democrazia diretta quali la legge di iniziativa popolare e il referendum abrogativo. Legge di iniziativa popolare. Attualmente si può proporre una legge raccogliendo 50.000 firme, ma non c'è nessuna garanzia che venga esaminata dal Parlamento. Con la riforma si aumenta il numero di firme necessario passando da 50.000 a 150.000, ma si demanda ai regolamenti delle camere la garanzia dei tempi di discussione in aula. Insomma, da una parte di dà e dall'altra si toglie...anche perché non è detto che le modifiche ai regolamenti parlamentari ci saranno. Referendum abrogativo. Attualmente se ne può proporre uno raccogliendo 500.000 firme. La legge viene abrogata se vanno alle urne il 50% + 1 degli aventi diritto e se sono favorevoli il 50% + 1 di chi è andato a votare. Con la riforma, oltre al metodo appena accennato, si possono raccogliere 800.000 firme e il referendum potrà essere valido se si reca alle u...

Referendum costituzionale: Cnel, province e costi

Per i sostenitori del SI questi sono dei punti chiave, ma andiamo per ordine. Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) è un organo consultivo del Parlamento e delle Regioni e ha potere di iniziativa legislativa nelle materie di propria competenza. Visto che durante la sua vita non ha prodotto molto, essa sembra essere più uno spreco che una risorsa e pertanto la sua abolizione è una cosa positiva. La riforma toglie qualsiasi rifermento alle province che pertanto sono abolite. Questo è un punto su cui bisogna andar cauti. Sembra ragionevole eliminare un livello di governo per ridurre i costi, anche perché spesso non si ha contezza di ciò che fanno questi enti. Purtroppo però noi siciliano sappiamo che la questione non è di facile soluzione. Crocetta ha tolto le province ma introdotto i liberi consorzi con conseguente incertezza sulle competenze e soprattutto sulle risorse a disposizione per le materie prima ricadenti sotto il potere delle province. A ciò agg...