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I motivi (deboli) delle non-convocazioni della Commissione Sviluppo economico

Come si legge nell'immagine, il Consigliere Comunale Giuseppe Schermi ha richiesto la convocazione della commissione economico "al fine di richiedere al Sindaco informazioni sui recenti avvenimento riguardanti l'Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale".
Ora vediamo punto per punto i motivi del diniego. La Presidente Emanuela Toriello nella sua risposta, sempre la lettera nell'immagine, evidenzia che:
1) "Secondo l'articolo 4 comma 4 del Regolamento delle commissioni consiliari, la commissione per essere convocata, necessita della richiesta di 1/3 dei componenti la commissione stessa".
2) "In qualità di Presidente della 2^ commissione, ritengo che questo tipo di problematica debba essere chiarita dal Sindaco in Consiglio comunale, in modo che la discussione sia aperta a tutti i rappresentanti eletti dai cittadini";
3) Questa amministrazione mantiene ancora oggi l'orientamento indicato dall'allora Assessore al Bilancio, e pienamente condiviso da tutti i suoi componenti, di ridurre al massimo le spese dell'esercizio democratico, procedendo a convocazioni qualora sia strettamente necessario".
Ora ecco le mie obiezioni:
1) Il regolamento delle commissioni in realtà non fa un elenco tassativo di quando le convocazioni vanno fatte e quando no. Leggiamo insieme l'articolo in questione:
"La Commissione è convocata dal suo Presidente anche a seguito di richiesta del Presidente del Consiglio comunale o di un terzo dei componenti la commissione stessa"
Quindi ci sono 4 possibilità: 1) proposte dell'amministrazione da esaminare (articolo 17 dello Statuto comunale) 2) richiesta del Presidente del Consiglio 3) richiesta di un terzo dei componenti 4) iniziativa del Presidente. Questa ultima possibilità non sembra essere contemplata dal Presidente. A mio avviso, e io non sono di certo uno che può dare matematica certezza, quando il regolamento scrive che il Presidente può ANCHE convocare in altri modi vuol dire implicitamente proprio che può convocare di sua iniziativa e, se lo ritiene opportuno, anche su richiesta di un singolo componente.
2) Argomentazione debole. Se in Consiglio comunale emergono elementi tali da portare tutti o parte dei consiglieri alla presentazione di una mozione di indirizzo, essa non può essere votata nella stessa seduta, ma deve passare in commissione e poi votata in consiglio. Ragion per cui è meglio prima ascoltare il Sindaco in commissione e poi, eventualmente, andare in Consiglio senza ulteriori perdite di tempo. La scelta discrezionale del Presidente a mio parere è stata errata. Oltretutto, l'articolo 17 dello Statuto comunale e l'articolo 5 del regolamento delle commissioni prevede l'audizione del Sindaco per avere informazioni per proposte o per informazione sull'attuazione delle delibere del consiglio. Essendoci una mozione di indirizzo in merito, l'audizione sarebbe assolutamente lecita.
3) E' una frecciatina a Schermi. L'orientamento è quello indicato dall'allora assessore al Bilancio e cioè, appunto, Schermi. Ma anche questo è sbagliato. Non è un assessore che può indirizzare l'attività del Consiglio, ma è l'esatto contrario. E' il Consiglio Comunale ad indirizzare la Giunta. Vediamo l'articolo 9 dello statuto che lo sancisce:
"Il Consiglio comunale determina l'indirizzo politico e amministrativo del Comune...esercita il controllo sull'attività politico-amministrativa della Giunta".
Sarebbe ora di non considerarsi più un organo subordinato al Sindaco e di rivendicare con orgoglio la propria autonomia.

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