Come si crea un partito di successo? Non c’è un
metodo unico. Basta guardare i maggiori partiti per vedere che essi sono nati
ed evoluti in maniera diversa:
- - Il Partito Democratico nasce dalla fusione di
due partiti, La Margherita e Democratici di Sinistra, e ha puntato molto sulle
primarie per la scelta dei candidati alle cariche elettive;
- - Forza Italia è il partito di Silvio Berlusconi
che grazie alla sua forza finanziaria e al suo carisma ha creato una rete di
contatti in tutta Italia per poi sfondare con le sue abilità comunicative. Dopo
l’esperienza del Popolo delle libertà (fusione con Alleanza Nazionale), è
ritornato sulla scena politica, anche se la leadership berlusconiana è ormai
messa in discussione;
- - Del Movimento 5 Stelle ho già parlato in un post
precedente, nasce dal malcontento diffuso riguardo la crisi economica e i
privilegi dei politici che Grillo e Casaleggio hanno saputo cavalcare creando
un modello di movimento politico alternativo
Molto interessante è l’esperienza di Pippo Civati.
Uscito dal Partito Democratico, ha fondato Possibile. Avrà successo?
Analizziamo questa scelta e i suoi primi passi.
Il Partito Democratico ha fatto una scelta ben
precisa. Matteo Renzi, Segretario del partito e Presidente del Consiglio, aveva
detto che se la Sinistra vuole vincere allora deve guadagnare i voti del centro
e del centrodestra. Il suo ragionamento non fa una piega, ma l’approccio avuto
e le successive scelte di Governo hanno portato il PD molto più al centro
lasciando scoperta un’area molto importante, l’area storica di sinistra.
Pippo Civati vuole colmare il vuoto a sinistra con un
nuovo partito, Possibile. Da questo punto di vista il potenziale sembra esserci.
E’ vero che c’è Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola, ma non ha mai sfondato e
la passività che la contraddistingue ha fatto affievolire il seguito che aveva.
Un forte soggetto ispirato ai valori di sinistra manca in questo paese.
Ma quali valori devono ispirare la nuova Sinistra? La
scelta di Civati è coerente con le istanze pervenute dalla società civile e
molto coraggiosa, rischiosa oserei dire. Il deputato ha deciso di intraprendere
una sfida referendaria, puntando quindi a prendere il consenso dal basso che
alla lunga può dare solide basi visto che si crea a tal proposito una rete di
volontari riuniti in comitati, su alcune decisioni del Governo in relazione a
temi considerati di sinistra e cioè la vita democratica del paese, sviluppo
sostenibile, lavoro e scuola pubblica. Da questo punto di vista sembra una
scelta azzeccata e anche l’opinione pubblica (dai tanti volontari impegnati,
dalla risposta dei cittadini e dai pareri espressi ne quotidiani) sembra abbia
accreditato Civati come leader di questa area.
Ma c’è un rischio come dicevo. Possibile è ancora in
una fase costituente che si sta preparando al congresso e che prova a farsi
conoscere non avendo una macchina organizzativa collaudata per questo genere di
sfide. Non si dovessero raggiungere le 500mila firme a fine Settembre come
auspicato potrebbe essere una brutta battuta d’arresto.
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