Essendo cambiati poteri dei due rami del Parlamento (clicca qui), ovviamente anche l'iter legislativo, e cioè il procedimento di formazione delle leggi, viene intaccato dalla riforma costituzionale.
L'iter legislativo oggi: una proposta per diventare legge deve essere approvata da entrambe le camere. Ciò vuol dire che se una camera modifica la proposta allora questa deve essere riapprovata dall'altra camera.
L'iter legislativo con la riforma: le due camere continuano ad approvare le stesse proposte solo per le seguenti materie:revisione costituzionale e leggi costituzionali, raccordo con l'Unione Europea, tutela delle minoranze linguistiche, referendum, ordinamento funzioni e legislazione elettorale di comuni e città metropolitane, autonomie regionali.
Per le leggi non bicamerali l'iter è il seguente: la Camera dei deputati avvia il procedimento e dopo l'approvazione invia il testo al Senato che può proporre delle modifiche che possono non essere accolte dalla Camera.
Clausola di salvaguardia: per tutelare l'unità giuridica ed economica del paese, il Governo può chiedere la supremazia della legge dello Stato. In questo caso il testo deve essere approvato a maggioranza assoluta dal Senato e può essere superato solo dalla Camera a maggioranza assoluta.
La legge di bilancio: oltre all'approvazione della Camera, è necessaria anche quella del Senato ma il voto deve avvenire entro 15 giorni.
Corsia preferenziale. Il Governo può chiedere di approvare entro 70 giorni le leggi per l'attuazione del suo programma.
E veniamo al mio parere. Il messaggio che si vuole passare è quello di una maggiore velocità, ma una legge deve essere giusta e non "veloce". A parte che la navetta parlamentare (modifiche continue ad una proposta che passa ripetutamente tra le due camere) si è ridotta molto con il tempo e che si è dimostrato che quando c'è la volontà politica alcune leggi vengono votate in pochissimo tempo, è evidente che il procedimento legislativo si complica. Si passa da un'unica strada ad almeno quattro diramazioni principali con diverse ulteriori vie (ci sono anche decreti legge e decreti legislativi per esempio) con notevoli rischi di conflitti di poteri tra i due rami. E' evidente che avere diversi elenchi su cui poter legiferare implica il rischio di un contenzioso circa l'esatto iter da seguire. Ad esempio, una legge sulla scuola potrebbe sembrare una legge che solamente la camera potrebbe approvare, ma di mezzo c'è anche la tutela delle minoranze linguistiche del Trentino (c'è un trattato internazionale con l'Austria su questo) e quindi dovrebbe essere approvata anche dal Senato. Oppure una legge su cui è intervenuta l'UE ma che la riforma prevede di esclusiva competenza dello Stato...che si fa?E se ci si oppone alla clausola di salvaguardia? E se ci si oppone alla corsia preferenziale? Questa parte della riforma sembra uno scarabocchio che non ha eguali nel mondo.
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