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Ci facciamo gli affari di tutti?

In questi giorni sono successe due cose,  che mi hanno spinto a scrivere queste parole . Prima,  la domanda di un membro di Tribuna Politica che chiedeva se ad Augusta c'era un problema politico o culturale,  perché a suo avviso “la politica non risolve niente se non cambiano le teste”. La seconda, la polemica   scatenata dalle parole del assessore della cultura sullo “smarrimento del senso civico” nella nostra città dovuto a un profondo disagio che ha portato a qualcuno a fare un “dipinto” sulla Porta Spagnola.

Siccome volevo sapere a cosa faceva riferimento il ragazzo con la parola “culturale”, dopo un battibecco, mi ha chiarito che pensava alla  “cultura” come viene definita dal dizionario.  Tra le diverse voci che appaiono  la cultura da un punto di vista antropologico viene intesa   come “insieme delle credenze, tradizioni, norme sociali, conoscenze pratiche, prodotti, propri di un popolo in un determinato periodo storico”. Nonostante questa mi pare una definizione molto generica. Perciò, intuendo che chi ha fatto la domanda , voleva dire se ad Augusta c’era, c’è un problema di “senso civico”, che io preferisco chiamare cultura civica, oppure è la politica che non funziona, ha funzionato, di seguito darò a conoscere una definizione di cultura civica che mi sembra più valida e specifica per dare una risposta  alla domanda   che ci interessa.

Partendo dal fatto che tutti siamo diversi e i nostri modi di comportarci ( associati alle nostre percezioni, le nostre abitudine, le nostre credenze e atteggiamenti)  e le motivazioni per farlo in un modo o un altro sono anche diversi  nei confronti della città, si può dire che la “cultura civica c’è quando  questa proliferazioni di comportamenti riescono ad essere compatibili  con la Costituzione in maniera  creativa e costruttiva; e quando questa armonia  avviene tramite  una sintonia tra regole formali e informali, e anche grazie agli accordi il cui rispetto e riparazione appoggiano sulla stessa”.[1] Le regole formali sono le norme legali, quelle informali possono essere le regole morali (associate all’identità personale con tutto quello che comporta) oppure le regole culturali (quelle che chiamiamo norme sociali).

Sulle reti sociali, specialmente quelle che hanno a che fare con Augusta, assistiamo ogni giorno alle segnalazioni dei suoi abitanti associate a comportamenti ed atteggiamenti nei confronti della città e della cosa pubblica che fanno sì che la convivenza sia difficile e il senso di appartenenza alla comunità ne risenta negativamente. Esempi di questi comportamenti sono: buttare la spazzatura per  le strade, i giardini pubblici, le scogliere e il mare ( spazio  pubblico),  danneggiare i beni pubblici, buttare materiale di scarto delle costruzioni (per le strade cittadine e provinciali, la campagna ), parcheggiare in zone vietate,  ecc.  In poche parole questi comportamenti sono “sintomi” del  grado di “senso civico”, che non manca a tutti da una prospettiva individuale (per fortuna), ma che come  cultura civica collettiva  lascia molto a desiderare.
D’altra parte è molto frequente che di fronte a questi comportamenti, la mutua regolazione tra cittadini non funzioni come si desidererebbe . Un esempio di ciò potrebbe essere quando un cittadino “virtuoso” cerca di correggere un altro a causa di un comportamento che  ritiene una “mancanza di senso civico” chi non ha rispettato  la regola  risponda “si faccia gli affari suoi”
Dai due paragrafi precedenti possiamo dire  che ad Augusta c’è anche un problema culturale.
Ho detto anche, perché se siamo arrivati   a questo stato di cose è anche perché le istituzioni, per mancanza di risorse o altro, sono state, molto poco presenti sul territorio , o almeno è questo che percepisce il cittadino, chi a sua volta    non riesce  ad avere fiducia nelle istituzioni e nemmeno nella politica. Perciò il problema è altrettanto politico-istituzionale. Tutti conosciamo la situazione che ha portato al dissesto del nostro comune e i problemi che ci colpiscono nella nostra quotidianità come cittadini, oggi come oggi.

Di conseguenza penso che l’Amministrazione attuale, oltre a punire i comportamenti che violano la legge e le norme basiche di una sana convivenza, dovrebbe assumere la cultura civica come  politica pubblica importante, sviluppando programmi  di educazione civica continuativa, non solo per bambini e ragazzi, ma anche iniziative che coinvolgano tutta la cittadinanza. Questi programmi e iniziative per costruire cultura civica dovrebbero avere come  punto di partenza  una diagnosi che metta in evidenza le debolezze e le fortezze dei comportamenti, percezioni, abitudine, atteggiamenti dei cittadini nei confronti della città, e le loro motivazioni. Queste ultime sono importanti per sapere se la violazione di una regola sia anche dovuta  alla mancanza di un servizio essenziale da parte dell’Amministrazione alla città.
Alcune esperienze sulla cultura civica fatte in altre parti del mondo  sarebbero utili e interessanti  per iniziare a dare i primi passi verso la costruzione della stessa; senza dimenticare che essa funziona, se e solo se, i quattro aspetti successivi non vengono trascurati:

“Contare con sistemi d’informazione sugli atteggiamenti, percezioni e comportamenti.
Generare processi di promozione culturale in modo puntuale e creativo.
Realizzare processi di retro alimentazione con i cittadini.
Intendere questi processi come azioni collettive.”[2]

Nell’estate 2015   ci sono stati piccoli ma importanti passi verso la costruzione di cultura civica,  con iniziative che sono nate  spontaneamente da parte di alcuni cittadini e  associazioni che  vogliono che Augusta ritorni ad essere “La Perla del golfo Xifonio”. Queste iniziative debbono essere valorizzate come un esempio che a sua volta invita gli altri a cooperare, sia con altre iniziative, sia individualmente, cercando di essere ogni giorno migliori cittadini.
Per finire: Facciamoci gli affari di tutti!

Natalia Becerra Cano.





[1] Antanas Mockus, Jimmy Corza, Aandrea Ramirez, Diego Cancino. Cultura ciudadana: en las antípodas de la violencia. Pag.256 (traduzione fatta da me). File pdf, Corpovisionarios, Bogotá Colombia.
[2] Henry Murrain, Cultura ciudadana como política pública: entre indicadores y arte. Corpovisionarios, Bogotá-Colombia. File pdf. (traduzione libera fatta da me)

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