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Le ragioni (e i torti) di una sinistra che perde

Perdere le elezioni può significare tante cose tutte diverse tra loro; mi limiterò qui ad analizzare qualcuna delle cause che hanno portato la sinistra augustana a perdere le ultime amministrative.
      1)      La sinistra ha perso la capacità di parlare al cuore.
I partiti di sinistra si sono da sempre caratterizzati per aver saputo parlare al cuore degli elettori. Si è dimenticato questo momento significativo sostituendolo con una comunicazione priva di una direzione netta. Questo ha premiato chi aveva poco o niente da dire, abbassando il livello medio e riducendo il tutto ad una specie di melassa indistinta, nella quale chi ha gridato di più, facendo leva sulla “pancia” dell’elettore, ha avuto maggiori consensi.
       2)      A sinistra non si è lavorato per l’unità.

C’erano, in questa tornata elettorale, almeno tre blocchi che facevano riferimento all’area di centro-sinistra: l’area PD, quella rappresentata da Guagliardo e quella che ha candidato Morello, il quale è stato, per altro, candidato “in pectore” del PD per moltissimo tempo, salvo essere lasciato andare a tre mesi dalle elezioni, per puntare su Totis (che, almeno sulla carta era “da sempre” il candidato perfetto). C’è in tutto questo una sorta di “tafazzismo”, una voglia di farsi del male, che ha ovviamente condotto al disastro.

      3)      La sinistra non ha idee di sinistra.

Ohibò. Esattamente. Cosa differisce la sinistra augustana dagli altri partiti e movimenti? Quali proposte tipicamente di sinistra sono state portate all’attenzione della cittadinanza? Credo che il popolo della sinistra abbia l’enorme desiderio di sentire parlare la “propria” lingua, anche in termini programmatici. Il richiamo all’orgoglio dell’appartenenza non è certamente consono ad un sentire di sinistra. Perché non si è scelto di parlare di servizi sociali o di cultura in modo esplicito ed esclusivo? Gli elettori hanno seguito l’idea di novità e freschezza che veniva da altrove.

      4)      La sinistra non ha una classe dirigente di sinistra.

Mi riferisco in gran parte al PD, ma certo anche le altre rappresentanze non brillano per novità e propositività. Si è scelto di puntare sui numeri, inserendo in lista persone “accreditate” di gran numero di voti, e non si è puntato su nuove idee e nuove personalità. Qualche colpa ce l’hanno anche i vertici provinciali che hanno addormentato il dibattito in nome di una pace che pace non è. Il M5S ha puntato su candidati assolutamente sconosciuti ai più e hanno stravinto, dimostrando che se ci sono idee e persone credibili si può vincere anche senza usare i vecchi metodi dei voti “presunti” che portano in dote certi candidati.

Il rilancio politico ed economico del nostro territorio dipende anche dalla ricchezza del dibattito che si instaura tra i cittadini. Il mio contributo è questo; da uomo di sinistra e da cittadino.
Giovanni Bonnici

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