Il 25 Gennaio scorso è successa una cosa un po' bizzarra durante il Consiglio Comunale. Il Consigliere Schermi ha promosso una interrogazione riguardante eventuali rimborsi Ta.Ri. sulle pertinenze delle unità abitative. Secondo il Consigliere, visti i recenti chiarimenti del Ministero secondo il quale molti comuni hanno fatto pagare più del dovuto, le tariffe per le unità abitative e per le pertinenze sono uguali e ciò violerebbe la legge dando inizio ad una procedura di rimborso a favore del cittadino. La prima risposta è stata dell'assessore competente Canto che ha confermato il problema, e quindi l'errore, ma per i rimborsi la questione è più complicata perché comunque il Comune deve coprire il servizio riprendendosi di fatto quanto fatto pagare impropriamente. La seconda risposta è stata del Sindaco secondo la quale il problema non riguarda Augusta perché riguarderebbe solo i Comuni che hanno utilizzato la tariffazione puntale che comprende una parte fissa ed una variabile, e Augusta invece adotta un altro tipo di tariffa che colpisce i metri quadrati dell'immobile.
La cosa bizzarra è stata proprio questa: l'assessore dice una cosa, il Sindaco lo smentisce. Chi ha ragione? Prima di dare una risposta bisogna fare un po' di ordine per capire cosa dice la legge e cosa ha detto il Ministero.
La Ta.Ri. è disciplinata dalla Legge 147/2013, ma rimanda al decreto n.158/1999 per seguire i criteri della tariffazione. L'articolo 5 comma 2, di questo decreto recita: "La parte variabile della tariffa è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati specificata per kg, prodotta per ciascuna utenza". Ho volutamente trascritto solo questo comma perché sta proprio qui il problema venuto fuori dall'interrogazione parlamentare n. 3-03421 a cui il Ministero ha risposto "...La quota variabile, infatti, dovendo essere calcolata per ciascuna utenza, va considerata tante volte quante sono le utenze possedute o detenute dal nucleo familiare". Il problema è nato perché molti comuni hanno fatto pagare la parte variabile non alla sola utenza, ma all'unità abitativa prima e poi anche alla pertinenza. Lo so non è chiaro, ma con un esempio semplice tutta apparirà comprensibilissimo:
Esempio di calcolo errato: Casa di 100 mq e garage di 10 mq con tariffa quota fissa a 4 € mq e quota parte variabile 100 €
Calcolo quota fissa unità abitativa: 100 * 4 = 400
Calcolo quota parte fissa garage: 10 * 4 = 40
Quota variabile unità abitativa + garage: 100 * 2 = 200
Totale: 400+40+200= 640 €
Tuttavia secondo il Ministero la parte variabile deve essere computata solo una volta, per cui il calcolo corretto sarebbe:
Calcolo quota fissa: (100+10)*4= 440
Quota variabile: 100
Totale: 440+100= 540
In questo caso, che è un esempio immaginario, il risparmio è stato di ben 100 €.
Tuttavia, ad Augusta non c'è questo sistema di calcolo perché come ha specificato il Ministero "in caso di sistema di misurazione puntuale, i limiti individuati utilizzano la superficie quale discriminante per le attività, non essendo misurabile l'effettiva produzione dei rifiuti da parte delle utenze".
In definitiva, non è un problema di tariffe minori o maggiori per le pertinenze rispetto alle unità abitative, ma si tratta di non far pagare più volte la parte variabile. Ad Augusta non si paga questa quota variabile poiché non è stato adottato il metodo puntuale, ma si paga solo in base alla superficie. A mio parere l'assessore Canto ha sbagliato, mentre il Sindaco ha risposto correttamente.
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